Questa serie di fotografie è un omaggio ed un compianto allo stesso tempo.
Siccome il soggetto è la mia città natale, Vado Ligure, posso con ragione tributarle una piccola raccolta di fotografie, sicuro di conoscere e di far riconosce i luoghi di cui parlo, proprio come se si trattasse di casa mia.
La qual cosa peraltro è.
Siccome però Vado è una città complessa, un abitato millenario - assai più importante di Genova in epoca romana - con un recente passato di grande vocazione industriale (una centrale termoelettrica a carbone, un porto container appena orribilmente espanso, tre discariche di cui una di rifiuti speciali, raffinerie, depositi di carburanti, cave...), sarebbe stato incongruo raccontare per immagini un luogo idilliaco, vitale, amabilmente affacciato sulle sponde spumeggianti del mar Ligure occidentale.
Pur l’ultima cosa rimanendo indubbiamente vera.
E dunque la scelta che ho fatto è stata offrire un onesto ritratto della città di notte, quando tutto tace, tranne appena udibili i cicalini delle gru del porto, i treni merci in passaggio, gli eroi coi Kawasaki sull’Aurelia e, lontane, d’estate, le rane.
Questi suoni non rimangono appiccicati alle fotografie, è vero: vi restano però i paesaggi, le architetture, i bivi, le ciminiere, i poveri cristi spersi con un cane, i fieri gatti, le strade che si strusciano sui piloni dell’autostrada e le altre minute vicende che, dopotutto, sento terribilmente mie.